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Che effetti ha avuto la quarantena sull’economia cinese?
Cosa possiamo impararne?
La Cina è lo Stato da dove la pandemia da Coronavirus ha avuto inizio, sebbene con ritardo, una volta emersa la gravità del virus hanno bloccato l’epicentro del virus e tutta la regione dell’Hubei.
Parliamo di 60 milioni di persone in quarantena.
Se ora stiamo emulando il metodo per evitare l’aumento dei contagi dovremmo dare un’occhiata anche agli effetti che la quarantena ha avuto sulla popolazione e l’economia in modo da arrivare un pochino più preparati quando anche noi ripartiremo.
L’economia cinese prima e dopo il Coronavirus
L’economia cinese in parte si può dire era già consapevole di quali misure mettere in atto per limitare il contagio.
L’esperienza della Sars aveva già abituato in parte alle misure sanitarie da tenere: mascherine e guanti.
Tuttavia la Cina rimane un Paese pieno di contraddizioni.
Dalla Sars uscita nel 2002- 2003 però l’economia cinese è ora più di quattro volte più grande di quanto non fosse all’epoca.
Per la Banca Mondiale il suo PIL è otto volte quello del 2003, è passato dal 4% al 16%.
L’impero cinese è oggi la seconda economia più grande del mondo.
Ciò significa che tra domanda e offerta un suo rallentamento non può che pesare sull’intero globo.
L’epidemia di Sars per Standar&Poor costò fino a 25 miliardi di dollari.
Anche la sua domanda di prodotti interna ed esterna è cresciuta tantissimo.
Ricopre un ruolo centrale in molte catene di approvvigionamento industriali e nella richiesta di petrolio che quest’anno calerà nella richiesta al tasso più basso da 10 anni.
Ma il Paese non è più quello della Sars e ciò significa che questa volta l’estensione e la forza del virus legate alle nuove condizioni impatteranno di più sul suo Pil.
Gli impatti della quarantena sulla produzione cinese
L’effetto della quarantena oltre che rallentare la produzione ha fatto crollare la domanda.
Gli effetti economici e sociali sono pesanti e anche se oggi il Paese si sta riprendendo ancora i controlli sono stringenti.
Alcune aziende per poter operare devono oltre a dimostrare di avere le dovute protezioni sanitarie hanno dovuto presentare anche molti altri moduli e certificazioni che attestano la sicurezza ed i controlli sanitari delle proprie imprese.
I settori più colpiti sono come per noi quello del turismo e dei trasporti, ma anche quello più produttivo.
Dal giorno alla notte la Cina si è fermata.
La provincia dell’Hubei a differenza nostra ha subito bloccato aere e treni oltre all’intera città.
Ma in generale in tutto il Paese ha visto un calo del traffico di passeggeri del 85% rispetto lo stesso anno.
Il consumo del carbone è diminuito del 43% e oggi la domanda del petrolio è scesa a solo il 20%.
L’impatto della quarantena sul PIL ed i consumi
Secondo le stime il Pil cinese potrebbe calare al 3,2% rispetto alle precedenti stime del 6,1% per chi è più ottimista il calo potrebbe costare invece solo 2 punti.
Oltre però al settore produttivo e degli investimenti avrà grandi ripercussioni anche il settore dei consumi interni.
E a contrarsi sarà invece in tutto il mondo il settore del lusso.
La propaganda contro “il virus del diavolo” e la validità del governo nell’affrontare la minaccia sono riniziate fin da subito.
Ma i consumi sono oramai contratti.
Il Governo cinese oltre a continuare a gettare liquidità nel sistema e a confermare di mettere a disposizione ingenti risorse a supporto delle aziende e dei lavoratori sa che la crescita riprenderà appena passato lo stop.
Tuttavia sono due le cose che più teme.
La prima la corsa dell’inflazione al 5,4% nel giro di due mesi che potrebbe portare alla stagflazione e all’emersione di tensioni sociali.
La seconda come gestire il virus evitando blocchi come questi e che le aziende fuggano.
Lo stop delle attività produttive ha messo in atto ripensamenti seri, ricordiamo che tutte le aziende, ad esempio FCA, Volkswagen, Toyota, BMW e Renault e anche Foxcoon hanno dovuto chiudere per la quarantena.
Entrambi questi due fenomeni coinvolgono anche noi.
Ma non è tutto a portare al calo del Pil cinese e dell’intera economia mondiale vi è un altro fattore.
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L’economia cinese e la quarantena degli altri
Oltre al calo dei consumi e al blocco delle attività ora la Cina fa il conto con un’altra minaccia: la quarantena e le connesse contrazioni economiche degli altri Paesi.
Stati Uniti ed Europa sono quasi tutti in lockdown, i contagi salgono così come anche le vittime.
Le fabbriche chiudono, così accade che nella tanto nominata Codogno ci si ritrova con la casa madre di un’azienda cinese chiusa mentre la filiale in Cina sta tornando alla normalità.
La Germania riduce gli ordini e si blocca anch’essa.
Così la domanda e l’offerta di risorse non riesce ancora a ripartire.
Unica cosa positiva le emissioni inquinanti sono calate
La pandemia e il contagio globale sono oramai realtà e così an che tutta l’economia cinese e non è in quarantena.
Voi cosa ne pensate? Cosa la quarantena cinese può insegnarci?
Fatemi sapere cosa ne pensate qui nei commenti.
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Alessandro Moretti
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